La gratuità dell’amore, la gioia di amare senza calcoli e senza paura è in fin dei conti la gioia stessa di Dio. “Si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35). “Dio ama chi dona con gioia!” (2Cor 9,7)
Ferruccio Ceragioli, Anche i cagnolini…
All’origine della nostra tristezza, vi è l’incapacità di abbandonare il nostro dolore, e finiamo col proiettare addosso a Dio la nostra sofferenza. Se cerchiamo il crocifisso, sbagliamo indirizzo, egli è vivo.
Il dubbio è impedirci di gioire. Il dubbio e l’insicurezza ci fanno sentire “puzza di bruciato” da ogni parte e ci impediscono di convertirci alla gioia. Per essere felici, occorre una conversione alla fiducia, una fiducia ben riposta, una fiducia ragionevole.
Convertirsi alla gioia significa abbandonare le paure, riconoscerle e accettarle, scegliere di superarle. Convertirsi alla gioia significa smettere di pensare che Dio gradisca una devozione esteriore, sapendo che Dio, invece, ama me, con tutti i miei limiti. Convertirsi alla gioia significa sapere che Dio ha sempre fiducia in me, nonostante i miei tradimenti. La Chiesa, allora, è la prima a doversi convertire alla gioia del Nazareno, crocifisso e risorto.
Tommaso ha scoperto che la gioia cristiana è riconoscere nel dolore assunto da Dio un gesto d’amore e di condivisione. Fidandosi della comunità, Tommaso incontrerà il suo Signore e Dio.
La gioia cristiana, superamento della tristezza, nasce dalla consapevolezza che il Signore cammina con noi, ci svela il senso delle Scritture, spezza con noi il pane del cammino. Questo incontro è celebrato ogni domenica nelle nostre comunità, quando, in obbedienza all’invito del Maestro, ripetiamo l’ultima Cena.
La gioia cristiana è vivere nella pace, col cuore pacificato dal Risorto, attingere intelligenza dalle Scritture, diventare testimoni della concretezza del Signore, esattamente là dove siamo: la nostra grigia città è la dimora dell’Altissimo.
Appartenere ad una comunità, nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità, realizza il sogno di Dio e colma il cuore di gioia: la Chiesa diventa luogo che realizza il Regno di Dio.
La gioia cristiana è accettare i propri limiti, che non sono una gabbia, né una catena che ci impedisce di realizzare i nostri sogni, ma il luogo sicuro entro cui diventiamo capaci di amare.
Paolo Curtaz, Convertirsi alla gioia. Lettura “intrigante” dei racconti della resurrezione
[i passaggi riportati sono la conclusione dei vari capitoletti del libro; questo condensato di “gioia” è naturalmente apprezzabile in modo pieno solo leggendo il testo a cui rimandiamo: clicca qui per maggiori info]
Mi piace molto questo messaggio: CONVERTIRSI ALLA GIOIA. Ricordiamocelo più spesso, anche in chiesa….bandendo mugugni e paturnie il più possibile!!!!!