Orari SS. Messe

Domenica e festivi :
h.9.00 - 10.30 - 12.00
Prefestiva Sabato ore 18,30

Feriali (escluso lunedì e sabato): h. 8.00

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Natale – Novene 2011

Nascerà un bambino è il tema della Novena di quest’anno. Ce lo richiama un coloratissimo telo, dipinto da bambini e ragazzi dei gruppi che animeranno di volta in volta l’Eucarestia, e che campeggia alle spalle della Corale. Ogni sera verrà scoperta una finestra: apparirà così il personaggio legato al brano della Scrittura che ci guiderà nel cammino d’Avvento.

Venerdi 16

Con la vocazione di Abramo è iniziato il cammino di quest’anno per il Natale. Abramo, nostro padre nella fede e modello per ogni credente, lascia le certezze della sua terra, del benessere e della famiglia in età avanzata per seguire la chiamata del Signore. – Chi è Abramo? La sua vocazione è narrata nel capitolo 12 del Libro della Genesi… La storia della fede di Abramo inizia quando egli aveva 75 anni. E’ un uomo di età avanzata, che viene da una famiglia idolatrica, pieno di paure, piuttosto passionale: tanto simile a noi, con le nostre fragilità umane, le nostre incertezze, i nostri dubbi, le nostre domande. E’ a quest’uomo che arriva la chiamata da parte del Signore, che gli chiede di lasciare la sua terra e ogni sua sicurezza. Questo è certamente qualcosa che costa, ancor più quando si è avanti negli anni e si diventa più abitudinari, legati alle proprie certezze, per quanto fallaci. Dio gli promette, però, qualcosa di molto bello: la pienezza della benedizione… La chiamata è troppo bella per non essere accolta. Abramo decide di obbedire alla voce di Dio… Kierkegaard commenta: “Ciascuno diventa grande in rapporto alla sua attesa; uno diventa grande con l’attendere il possibile, un altro con l’attendere l’eterno, ma colui che attese l’impossibile, divenne più grande di tutti”… Abramo crede nell’impossibile possibilità di Dio…-(Mons. Bruno Forte)

Le intenzioni di preghiera e di ringraziamento sono state preparate dal gruppo terze medie e giovanissimi:

– Signore ti preghiamo perchè le cure per l’AIDS possano diventare accessibili anche per chi vive nei paesi più poveri – Signore ti preghiamo perchè la Chiesa ci aiuti a non perdere di vista il significato autentico del Natale, nonostante tutti i messaggi diversi che ci arrivano ogni giorno. – Signore ti preghiamo perchè i sacrifici che la crisi ci impone possano realmente risultare utili per il futuro – Signore ti preghiamo per i nuovi bimbi della nostra comunità, perchè aiutati dai loro cari, possano scoprire il tuo immenso amore.

 Signore ti ringraziamo per averci donato un gruppo affiatato come il nostro,

perchè ci vuoi bene e hai un progetto grande per ognuno di noi

perchè, anche se a volte ce ne dimentichiamo, siamo dei ragazzi privilegiati.

 Lunedi 19

 “Giuseppe, figlio di Davide, non temere” Il Vangelo di Matteo, Giuseppe ha un ruolo attivo, è il destinatario della rivelazione di Dio che perviene a lui attraverso l’apparizione di un angelo in sogno. Essendo venuto a conoscenza che Maria, sua promessa sposa, è incinta (allora il tempo della promessa obbligava alla fedeltà la donna), Giuseppe, non volendola esporre alla pubblica diffamazione, aveva in cuore di allontanarla in segreto. Ma Dio ha di meglio da proporgli: l’angelo gli annuncia la verità su quel Bambino. Giuseppe sceglie  di accettare il piano di Dio, anche là dove sconcerta il proprio, impone il nome “Gesù” (che in ebraico rimanda al verbo “salvare”) al  Figlio di Maria, sua sposa, e ne assume la paternità legale. L’obbedienza toglie l’uomo dalla sua solitudine e lo fa entrare in una vita piena, dove anche la minima particella del nostro essere diventa creativa. Nell’obbedienza non si vuole attuare un progetto che serve al proprio piacere, al proprio gusto, alla propria gloria, al proprio interesse, ma si vuole entrare nel progetto del Padre per dare il massimo di se stessi per il bene degli altri e far risplendere la paternità di Dio (Don Oreste Benzi)

Le intenzioni di preghiera e di ringraziamento sono state preparate dal Gruppo Sportivo:

– Per la chiesa affinché, anche nei periodi più bui, rappresenti un punto di riferimento capace di guidarci verso la salvezza.

– Perché, anche in questi tempi politicamente molto difficili, i nostri capi di stato siano in grado di fare le scelte opportune per promuovere la pace e il rispetto tra le nazioni.

– Signore, fa’ che la tua Parola possa essere di conforto ai malati e aiutare coloro che li assistono a star loro vicino con amore e comprensione.

– Signore, aiutaci ad essere una squadra unita sia in campo sia nella vita, disponibili ad accogliere gli altri nell’amore e nel rispetto.

-Signore, noi bambini, ragazzi e ragazze del gruppo sportivo ti ringraziamo per l’esperienza di amicizia e di gioco che facciamo attraverso il calcio e la pallavolo.

– Signore, il gruppo sportivo ci impegna anche a far parte dei gruppi del sabato, a partecipare al catechismo e alla Messa, ad essere uniti nella preghiera. Ti ringraziamo perché lo sport diventa così uno strumento per conoscere te e diventare tuoi amici.

-Signore, noi allenatori sappiamo che è importante valorizzare le capacità di ognuno e che è fondamentale accogliere tutti con disponibilità e con gioia. Ti ringraziamo per l’esperienza di condivisione e di unità che riusciamo a vivere con le nostre squadre. 

Martedi 20

              “Rallegrati, piena di grazia” L’angelo Gabriele rivolge questo saluto ad una ragazza che abitava a Nazaret, territorio ritenuto pagano e trascurato da Dio, quella Galilea dalla quale “non era sorto alcun profeta” (Gv 7,52). Il nome nuovo che ella riceve, “piena di grazia”, è l’investitura per una particolare missione nel piano di Dio, destinata a modificare la sua vita e il corso intero della storia.La grazia accordata a Maria è la nascita miracolosa di un figlio.Dio attuerà il suo disegno con la potenza del suo Spirito. L’espressione “Il Signore è con te” indica la protezione e l’assistenza che Dio le accorda in vista del compito a cui è chiamata.Ecce ancilla Domini” riassume la sua missione e il coraggio con cui  accetta l’invito divino a dare una dimora  nella sua carne al Figlio di Dio. “Avvenga a me…”contiene, nel testo greco, un desiderio ardente e un vivo entusiasmo  di vedere attuato quanto le è stato proposto. Maria ci insegna che a Dio si corrisponde con fede e con gioia. – La particolare unione della “Theotokos” con Dio […] è pura grazia e, come tale, un dono dello Spirito. Nello stesso tempo, però, mediante la risposta di fede Maria esprime la sua libera volontà, e dunque la piena partecipazione dell’ “io” personale e femminile all’evento dell’incarnazione.[…]Tutta l’azione di Dio nella storia degli uomini rispetta sempre la libera volontà  dell’ “io” umano. Lo stesso avviene nell’annunciazione a Nazareth. […] La grazia non mette mai da parte la natura né la annulla, anzi la perfeziona e la nobilita. Pertanto, quella “pienezza di grazia” (Lc 1,28), concessa alla Vergine di Nazareth, in vista del suo divenire Madre di Dio, significa allo stesso tempo la pienezza della perfezione di ciò “che è caratteristico della donna”, di “ciò che è femminile”.(Giovanni Paolo II)

 Mercoledi 21

“Benedetta fra tutte le donne”

Maria si reca in fretta a visitare la cugina Elisabetta. Il viaggio non è sicuramente agevole, è lungo e faticoso. L’incontro tra Maria ed Elisabetta è l’incontro tra due donne e tra i loro bambini che portano in grembo.

E’ un incontro pieno di gioia. Elisabetta riconosce in Maria la madre di Dio e “colmata di Spirito Santo” prorompe nel  saluto che è un riconoscerla  “Benedetta tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (Lc 1,42).

Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta  non succede nulla di straordinario all’esterno che possa far gridare al miracolo. La straordinarietà è tutta all’interno delle due donne che si incontrano . Prima di tutto questo incontro non è banale e superficiale. Maria cerca in Elisabetta un segno di Dio, ed Elisabetta, nella visita improvvisa di Maria, si sente visitata dal Signore. Basta un saluto per far sentire Elisabetta amata da Dio attraverso la voce di questa sua giovane parente di Nazareth. Questo incontro però, da parte di Maria, non è né facile né immediato. Maria compie un lungo cammino in salita. E quando finalmente avviene l’incontro, dopo il lungo viaggio, la gioia prevale. Elisabetta in ogni parte del suo corpo è nella gioia, una gioia fisica e visibile. Il Magnificat di Maria è ispirato anche dalla felicità di Elisabetta.  ( Don Govanni Berti)

Le intenzioni di preghiera e i ringraziamenti sono stati preparati dai bambini della 2° e 5° elementare

– Signore ti preghiamo per la Chiesa ,come Maria sia sempre pronta ad accogliere e servire

– Signore Gesù illumina gli uomini che ci governano affinchè siano generosi verso tutti

– Signore , fa’ che la nostra comunità sia generosa, disponibile con tutti come lo è stata Maria con Elisabetta

– Ti preghiamo Signore per i nostri genitori perchè ci accompagnino sempre nel nostro cammino e con il tuo aiuto superino le difficoltà

– A Natale si parla di gioia e di letizia: noi sappiamo che la buona notizia per eccellenza è Gesù. Se non diamo Gesù,non diamo buone notizie! Preghiamo perchè Maria sia in questo un esempio per tutti noi e che tutte le famiglie della nostra  Parrocchia siano le prime annunciatrici della gioia piena che Gesù ci dona!

– Signore, ti ringraziamo per gli amici che ci hai fatto conoscere ai gruppi 

– Signore, ti ringraziamo perché ci aiuti a trascorrere il Natale con vero spirito cristiano

– Signore, ti ringraziamo per le splendide giornate insieme che ci regali

– Signore, ti ringraziamo per il calore e l’affetto familiare nei quali viviamo ogni giorno 

Giovedi 22

 “L’anima mia magnifica il Signore”.   Non perché noi possiamo aggiungere qualcosa a Dio-commenta al riguardo sant’Ambrogio-ma perché lo lasciamo divenire grande in noi. Magnificare il Signore significa:voler fare grande non se stessi, il proprio nome, il proprio io, allargarsi ed esigere spazio, ma dare spazio a Lui, perché Egli sia maggiormente presente nel mondo.[…]Magnificare Dio, cioè rendersi liberi per lui; questo è il vero e proprio esodo, l’uscire dell’uomo da se stesso. ( J. Ratzinger)

“…e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”: è lo stupore che afferra chi percepisce la novità stupefacente dei doni di Dio e del Dio dei doni.E’ il Signore, infatti, il grande donatore: colui che, dell’umile figlia di Sion, fa la Madre del Santo, il Figlio dell’Altissimo.   Lo stupore della fede è il risultato di uno sguardo contemplante, ma per contemplare occorrono occhi puri.E se per Natale facessimo un esame della vista del cuore? Altrimenti nel nostro cuore sarà sempre notte… (Mons. F. Lambiasi)

“Perché ha guardato l’umiltà della sua serva”  Maria è il primo essere umano che riconosce il proprio nulla e la propria distanza infinita da Dio. Maria si considera il nulla assoluto, che solo è in grado di ricevere il TUTTO. Dio è amore. L’amore è dono. Il dono è tale solo nella misura in cui non è meritato. L’umiltà di Maria non è quella virtù che porta ad abbassarsi, ma la verità essenziale di ogni creatura, che lei riconosce e accetta.

                                                                                                                                (Padre L. Pedron)

 “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”

Noi proclamiamo  Maria beata con parole che sono una sintesi del saluto dell’angelo e del saluto di Elisabetta, con parole, quindi, che non sono state inventate da uomini. Maria, che ha accolto la fede di Abramo e l’ha condotta al suo fine, è ora la benedetta. E’ divenuta la madre dei credenti, attraverso di lei tutte le generazioni della terra sono benedette. Quando la lodiamo, ci collochiamo all’interno di questa benedizione. In essa entriamo, insieme a lei diventiamo credenti e magnifichiamo Dio, perché egli abiti in mezzo a noi come Dio con noi: Gesù Cristo, il vero e unico redentore del mondo. 

(J. Ratzinger)

 

Le preghiere dei bambini di terza e quarta elementare:

-Signore, ti ringraziamo per tutte le persone che ci vogliono bene.

-Signore, ti ringraziamo perché possiamo trascorrere un Natale sereno e felice.

-Signore, ti ringraziamo per questi mesi trascorsi insieme ai gruppi del sabato e al catechismo. 

Venerdi 23

 Dio fa sorgere Giovanni Battista, come il nuovo ed ultimo Elia, colui nel quale si compie e si esaurisce la lunga discendenza del profetismo. Tutto il profetismo infatti, non era che preparazione alla venuta di Dio.

E’ proprio quello che Zaccaria, non più incredulo come alla prima visita dell’angelo, ma illuminato dallo Spirito Santo (Lc 1,27) e ripieno dello Spirito di profezia riconoscerà in questo figlio, uscito dalla sua carne, del quale contempla con stupore la missione nello spirito: “E tu bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo” (Lc 1,76)

La vocazione di Giovanni ci appare così esemplare di ogni vocazione, in quanto ogni vocazione è una missione. Ci appare inoltre esemplare di ogni vocazione in quanto ogni vocazione è elezione. Ciò spiega innanzitutto il carattere assolutamente gratuito della vocazione. Dio sceglie come e quando vuole, senza essere condizionato da nulla, in piena e sovrana libertà.

L’elezione appare così uno di quegli aspetti dei mores divini che si manifestano attraverso la storia sacra e che sono l’oggetto della contemplazione profetica. Come Maria ammirerà nell’incarnazione del Verbo la manifestazione della suprema potenza di Dio, così già Zaccaria ammira nell’elezione di Giovanni una meraviglia compiuta da Dio solo. Il Benedictus è quasi una profezia del Magnificat. Perciò tutto questo esordio del vangelo si svolge come una liturgia in cui i misteri si sussegguono, riempiendo di stupore gli angeli e gli uomini.

(J. Daniélou)

 

Il “Grazie” degli animatori al Signore:

-Signore, ti ringraziamo per questi giorni di festa perché ci permettono di condividere momenti felici con le persone a noi care, ma anche di ripensare al vero significato del Natale.

-Signore, ti ringraziamo perché ogni sabato ci dai la gioia e l’entusiasmo per animare i tuoi ragazzi e ci aiuti ad educarli al tuo amore.

-Signore, grazie per il tuo amore, grazie per la mano che continuamente ci tendi, grazie perché ci ami nonostante le nostre miserie e la nostra continua ingratitudine, grazie perché continui ad amarci anche quando rifiutiamo il tuo amore. 

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