Durante i mercoledì di quaresima vengono letti alcuni brani dalla “Epistola ai Corinti” di Clemente Romano.
Chi è Clemente Romano?
È uno dei Padri Apostolici, cioè uno di quegli autori cristiani vissuti nell’età apostolica (o immediatamente dopo: I secolo e inizio del II) e che perciò ebbero ancora rapporti più o meno diretti con gli Apostoli. Fu quarto vescovo di Roma (92-101: e, secondo Tertulliano, ordinato dallo stesso Pietro).
Che cos’è l’Epistola ai Corinti?
È una lunga lettera, che è il più antico documento (intorno all’anno 96) del cristianesimo sub-apostolico, notevole anche per la tendenza – già visibile – della Chiesa romana ad assumere una funzione di arbitra e di guida.
Come gli altri scritti dei Padri apostolici, ha un carattere pastorale. Il suo contenuto la accosta alle epistole del Nuovo Testamento. È scritta in occasione di circostanze particolari.
Quali?
L’intervento di Clemente fu provocato dai dissidi che scoppiarono nella Chiesa di Corinto sotto il regno dell’imperatore Domiziano. Le fazioni, così severamente bollate da s. Paolo, infierivano di nuovo. Alcuni individui arroganti e impudenti s’erano ribellati contro l’autorità ecclesiastica e avevano rimosso i titolari dal loro ufficio. Solo un’infima minoranza rimaneva fedele ai sacerdoti deposti. Clemente volle placare il conflitto e riparare lo scandalo dato ai pagani. Non sappiamo come la notizia di questa rivolta fosse giunta a Roma.
Qual è il contenuto dell’epistola?
Contiene un’introduzione (capp. 1-3), due parti principali e una ricapitolazione.
L’introduzione richiama l’attenzione sul florido stato della Chiesa di Corinto prima del dissidio, sull’armonia che correva tra i membri e sul loro impegno per il bene. Il terzo capitolo, a guisa di contrasto, insiste sullo sconvolgimento totale della comunità.
I brani letti in chiesa:
Lettera Corinti Clemente Romano 1-3
Lettera Corinti Clemente Romano 4-8
Lettera Corinti Clemente Romano 7-19
Lettera Corinti Clemente Romano 14-19
Lettera Corinti Clemente Romano 19-20.
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