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I ragazzi del catecumenato in cammino sulle strade di Torino e del mondo.

Lo scorso 27 gennaio il gruppo di catecumenato di 4a elementare si è messo in cammino: invece di svolgere l’incontro in parrocchia, è andato a conoscere l’Associazione 2PR, un progetto di accoglienza e di promozione a Porta Palazzo, promosso e gestito da due suore salesiane,  Suor Paola Pignatelli e Suor Julieta Joao
Condividiamo il racconto di una mattinata speciale che ci ha aiutato ad allargare gli orizzonti della mente e del cuore.

“Una mattinata in cammino sulle strade di Torino e del mondo. 

 Che cosa hanno in comune un gruppetto vociante sul tram, il brulicare caotico di Porta Palazzo in un sabato mattina di sole che pare quasi primavera, e il sorriso immenso di una suora minuta minuta? Sono tutti momenti dell’esperienza del gruppo di catecumenato delle quarte elementari sabato 27 gennaio.

Partiamo, puntuali e un po’ assonnati, alle 8.30. Siamo in 17: 8 tra bambine e bambini, 9 tra mamme e catechiste; 15 donne, 2 piccoli uomini. Il viaggio dura quasi un’ora, tra chiacchiere, cambi di mezzi, e i due passi finali in corso Giulio Cesare: ci colpisce trovarci all’improvviso in una Torino che non conosciamo, che assomiglia così poco al nostro quartiere, tra negozi multietnici, macellerie islamiche, accenti e profumi che non decifriamo.

Finalmente eccoci in via La Salle 15, dove ad accoglierci c’è suor Julieta, mozambicana che vive da moltissima anni a Torino. Pare ci aspetti e ci conosca da sempre, come una zia da cui ci piace tornare quando ci sentiamo stanchi. Il posto, sede dell’associazione 2PR, è piccolo e lindo, luminoso e semplice. Presto ci raggiunge anche Marta, una giovane volontaria.

Suor Julieta e Marta si complimentano ripetutamente per il lungo viaggio che abbiamo intrapreso. Loro, sì, di viaggi ne sanno qualcosa, visto che accolgono quotidianamente donne migranti e minori, che arrivano da Paesi e situazioni disparate, tutti alla ricerca di una “Terra promessa”, con il sogno di trovare pace, dignità, un futuro migliore. “Abbiamo tutti i nomi del mondo e lo stesso sogno: di essere felici”, recita una slide che viene proiettata.

La presentazione dei diversi volti di persone che hanno affrontato viaggi pieni di pericoli e il breve filmato che ci mostrano sono molto densi, assistiamo in un silenzio attento e pensoso. Anche i bambini. Che si chiedono il perché di fucili e respingimenti, domandano chi siano i gendarmi.

Le storie sono forti, ci interpellano. Nel nostro gruppo in prevalenza femminile noi mamme e catechiste siamo colpite dal fatto che da altri Paesi le donne fuggono in cerca di istruzione; i ragazzi su questo tema sono meno ricettivi, mentre restano profondamente toccati dalla fuga dall’Africa di una mamma con un bambino albino, condannato dalla sua pelle bianchissima a persecuzioni, rifiuti, problemi di salute.

Visitiamo con Marta e suor Julieta il piccolo spazio dell’associazione, che cura attività di alfabetizzazione per le donne, laboratori di cucito, doposcuola per ragazzini e attività di pastorale giovanile. C’è una cucina, e dietro un paravento si intravedono dei letti: le suore dormono qui, spesso, quando la sera hanno svolto incontri con i giovani fino a tardi.

Intorno, l’atmosfera è multietnica e interreligiosa: a pochi metri di distanza, nello stesso isolato, ci sono la Sala del Regno dei Testimoni di Geova, la Moschea per la comunità del Bangladesh, un punto di incontro della comunità cinese, la chiesa di San Gioacchino. All’associazione 2PR fanno riferimento persone che provengono da una ventina di Paesi diversi, con prevalenza nordafricana. Suor Julieta ci racconta con naturalezza e semplicità come la pluralità di fedi non sia un ostacolo all’accoglienza: ogni incontro porta con sé il rispetto reciproco, la voglia di aiutare e di essere aiutati.

Mentre tra adulti ci scambiamo impressioni e riflessioni, i nostri bambini sono coinvolti da Marta in un’attività: devono provare a dire cosa porterebbero e cosa lascerebbero se dovessero affrontare anche loro il “lungo viaggio”. In molti pensano all’acqua, bene prezioso e primario, qualcuno cercherebbe il conforto di un peluche, o di un pallone da calcio… E a cosa rinuncerebbero? Qualcuno a cose importanti, ma che tutto sommato riconosce come non indispensabili (“i miei disegni”, “i miei peluche”…); qualcuno a ciò che percepisce come un’inutile convenzione (“i libri di scuola”, “gli elastici dei capelli”…).

Mentre condividiamo in gruppo le risposte dei bambini, il campanile di San Gioacchino ci ricorda che sono le 12. Recitiamo insieme un Ave Maria, come fanno sempre le suore a quest’ora.

Ormai è venuto il momento di salutarci. Suor Julieta ci distribuisce una bella cartolina, con un disegno pieno di significati: popolo in cammino, fuoco, nubi, ma il fuoco a ben vedere è un abbraccio… Dietro la cartolina, capiamo che l’immagine è un’illustrazione di Esodo 13, 21-22, il brano della Bibbia da cui è partita la nostra riflessione. E leggiamo una data: sabato 27 gennaio 2024. Non è una cartolina qualsiasi, è stata fatta per noi. Ci sentiamo unici e importanti. Anche questo ci dà il senso dell’accogliere.

Il gruppo di catecumenato delle quarte elementari”

Associazione 2PR: PRevenzione e PRomozione ODV

Via La Salle 15/H -Torino

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