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“Non temete: vi annuncio una grande gioia” – Lettera del vescovo per il Natale 2019

Il Natale è la festa della gratuità. Inizia così la lettera che il vescovo Nosiglia invia a tutte le famiglie torinesi in occasione del Natale.

“Il Dio con noi, che nasce a Betlemme, è talmente innamorato dell’umanità da non guardare ai peccati e alle colpe degli uomini e da mostrarsi misericordioso e grande nell’amore…. Egli si dona a noi senza che noi lo abbiamo chiesto o abbiamo faticato e lavorato, senza che ci siamo impegnati per averlo”.

Il vescovo continua illustrando l’amore gratuito del Signore “Questa gratuità dell’amore di Dio e la sua fedeltà sono talmente infinite, che non riusciamo a comprenderle: le possiamo solo sperimentare concretamente in noi, nella nostra vita, quando ci accorgiamo che, malgrado i nostri peccati, il Signore continua ad amarci e a perdonarci”.

Il suo pensiero si rivolge poi a come vivere il Natale da cristiani. “Nel corso della storia di ieri e di oggi, ritorna prepotente questa tentazione dell’uomo di soffocare il bambino Gesù, stemperando il suo Natale in mille luci, regali, corse affannate al consumismo, emozioni forti e passeggere di buonismo….Eppure, se vogliamo veramente vivere il Natale nella sua pienezza di gioia e di pace, è necessario svuotarci del nostro io superbo e altero e diventare più semplici ed umili, più discepoli che maestri, più ultimi che primi….Peccato è cercare il possesso o comunque non accontentarsi mai di quello che si ha e tendere ad avere sempre di più per sé. La sobrietà del proprio tenore di vita e la penitenza, vista come rinuncia all’idolo del denaro e del profitto ad ogni costo, sono virtù umane e cristiane oggi di prim’ordine”.

Il vescovo suggerisce di riscoprire le persone che ci stanno accanto “perché proviamo la gioia di riscoprire nelle persone che sono accanto a noi, e che forse per la familiarità di rapporti in casa o al lavoro diamo per scontato di conoscere e di accogliere, persone che Dio ci fa incontrare e che ci interpellano, direttamente o indirettamente, manifestando una ricchezza grande, da valorizzare come un dono imprevisto”. Non accogliere il dono degli altri è un “peccato è anche l’indifferenza verso gli altri colleghi di lavoro, la scarsa solidarietà verso chi non ha lavoro o ne è stato privato, l’arrembaggio verso una posizione migliore perché meglio retribuita, a scapito della giustizia e dei diritti di altri. Peccato è anche la paura di esporsi a favore della verità e della difesa dei deboli ed emarginati, che sono magari tra noi, nel nostro stesso ambiente di vita e di lavoro; la paura di essere meno considerati e di non ottenere quei privilegi o risposte alle nostre attese di avanzamento di carriera o di migliore posizione sociale.”

Fatti concreti per riallacciare il rapporto con chi ci è vicino: “Il Natale è invece festa genuina e vera e ci invita a ricuperare questa genuinità e verità dentro il tessuto concreto dei nostri rapporti familiari, professionali, sociali; … saper sorridere e salutare magari chi ci è antipatico o ci ha fatto un torto; a telefonare per gli auguri anche a chi da tempo non sentiamo più o con cui abbiamo rotto i ponti dell’amicizia e del dialogo; a guardare negli occhi le persone che incontriamo, magari tutti i giorni: marito, moglie, figli, anziani; ad accorgerci di loro e dei segnali che ci stanno lanciando, di aiuto o di richiesta di comprensione, di maggiore affetto e vicinanza, di un incontro meno frettoloso del solito, e così via.”

Il vescovo conclude ricordando di valorizzare sempre la vista umana. “In una società dove la stessa vita nascente o quella terminale sono considerate un peso e dunque per molti votate alla morte; in una società in cui si vive tranquillamente accanto a tanta gente che soffre condizioni miserevoli e prive di dignità e di diritti, o ancora dove il terrorismo e la guerra uccidono ogni giorno persone innocenti; in una società dove gente che tenta di sfuggire da tutto ciò si trova davanti muri o porte chiuse, il messaggio del Natale risuona come forte e rinnovato appello di Dio all’uomo e ad ogni popolo a rispettare, amare, proteggere e promuovere ogni vita umana, perché in essa c’è la scintilla stessa dell’amore di Dio, c’è lui, il Figlio di Dio, che l’ha assunta come sua e l’ha resa sacra ed inviolabile per tutti.”

L’augurio è di mettersi a servizio degli altri: “il fare qualcosa per gli altri senza volere niente in cambio, rendendosi umili servi per puro dono d’amore, come fa Dio con la nascita del suo Figlio, è sorprendente e alternativo alla cultura dell’avere e dell’apparire….Questo è dunque il grande annuncio del Natale: se vuoi vita, devi dare vita; se vuoi amore, devi donare amore. Il dono gratuito di se stessi è fonte di gioia piena e duratura”.

Gli auguri sono per “un sereno Natale nella vostra famiglia, a voi bambini, ragazzi e giovani, a voi anziani, a voi che vivete situazioni di dolore, a chi vive la situazione della crisi economica, a chi non ha con sé la famiglia o ha scelto di vivere da solo sulla strada, agli immigrati”.

Buon Natale a tutti e che il Figlio di Dio benedica con la sua presenza le vostre case, mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera, che esprime la paternità e amicizia del vescovo verso ciascuno di voi.

puoi scaricare la copia pdf della —-> Nosiglia_LETTERA_Natale_2019

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