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I Sentieri del Tempo – Natale 2017

Esce in versione online (scaricabile da QUI) e cartacea in Chiesa il numero 108 del giornale parrocchiale I Sentieri del Tempo.

Don Paolo ci fa gli auguri per il Natale.

Ci crediamo ancora al Natale?

Una fede oscurata o semplicemente messa alla prova?

Con gli incontri di catechesi per adulti di quest’anno stiamo cercando una risposta a una domanda diventata angosciosa: “Chi è il cristiano oggi?”.
Angosciosa perché i più giovani, anche solo a cominciare dai nostri figli, spesso sono diffidenti della sicurezza dei credenti che Dio esiste e che lo conoscono. In base a che cosa pretendono di saperlo? Sul Vangelo di Gesù Cristo? Ma in più di una cosa la Chiesa sembra aver preso le distanze dal suo fondatore. Inoltre tante sue posizioni a non pochi appaiono ‘ideologiche’, legate a tempi passati: non ci sarebbe bisogno di un aggiornamento?
Ma c’è di peggio. Per molti a una persona matura non converrebbe più aderire a una religione. Può farne a meno. Anzi, diventata autonoma da Dio, potrebbe addirittura maturare più in fretta e meglio… Se si vuole essere ragionevoli, non ci sarebbe tanto da pregare, ma da agire. E non solo per gestire le cose e le responsabilità verso gli altri, ma anche per decidere di se stessi e come si vuole. E il cristiano vorrebbe rifiutarsi di decidere di sé a prescindere dal suo Dio? Ma allora vuol scendere dal carro della storia che marcia verso il progresso, vuol rimanere indietro… È anche così che il credente può arrivare a sentirsi un fossile di epoche passate.
Non parliamo poi dei temi etici. Venendo meno la religione cristiana, cedono anche le forme morali basate su di essa e un tempo condivise nella società: la famiglia tradizionale, la sacralità della vita dal concepimento alla sua fine naturale, la concezione della donna e dell’uomo… Le esigenze morali care ai cristiani non sono diventate estranee al mondo di oggi? Non sarebbe più opportuno fare i conti con ciò che realisticamente le persone sono e possono dare, prendendo la gente così com’è senza imporre mete troppo alte e idealistiche?
Arrivati a questo punto i credenti potrebbero scoraggiarsi e incominciare a dubitare del valore della loro fede: non è che ci siamo ingannati, che abbiamo preso per Figlio di Dio quello ch’era solo figlio di Maria? I cristiani, se si guardano con gli occhi dei loro contemporanei non credenti, possono arrivare a vergognarsi di aver creduto ai miracoli, ad una Vergine che concepisce un figlio, a un Crocifisso che viene risuscitato dai morti…
Ma come credenti dovremmo trovare la forza di non vergognarci. Dovremmo imparare a distinguere tra la fede e la nostra capacità di capirla, di esprimerla, di testimoniarla. La fede può essere per tutti i tempi perché “Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Ebrei 13,8), mentre noi siamo legati al nostro tempo. Tutto ciò che facciamo per testimoniarla è segnato da un anelito ad una fede più grande. Ma questo non basterebbe a giustificare una fede mediocre, che non riesce più a credere che Dio è con noi. Non sarebbe giusto lasciarci condizionare a tal punto dall’approccio laico che va per la maggiore da negare ciò che sappiamo essere realmente successo a Betlemme. Non possiamo perdere la nostra libertà di testimoniare che Dio si è davvero fatto uomo quando sarebbe più facile ignorarlo.
Forse un cristiano oggi deve imparare a saper stare anche al buio, senza con questo pensare che il sole non ci sia più; cioè essere povero con chi, anche spiritualmente, è povero senza rinnegare la sua fede, che rimane la sua vera ricchezza, per quanto possa essere misconosciuta da chi non la condivide. Come scrive San Paolo: “Figli di Dio senza macchia in mezzo una generazione… sviata, nella quale dovete splendere come astri nel mondo” (Filippesi 2,15).

Che il Signore sia sempre con noi, anche quando non riusciamo a vederlo.

Buon Natale!

don Paolo

 

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