Orari SS. Messe

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E’ Natale: auguri! (e felice anno nuovo)

Novena 2013 - presepe natale

 

Con la festa del Natale e la fine dell’anno potrebbe venirci facile tentare un bilancio dell’anno trascorso, da un punto di vista affettivo, scolastico, lavorativo, economico, politico, forse anche religioso. Ciascuno sa se l’anno trascorso è da ricordare o da dimenticare e quali aspettative nutre per l’anno che verrà. Ma chissà il nostro Dio come ci vede in questo frangente della storia e delle nostre vite, se gli abbiamo dato più motivi di soddisfazione piuttosto che di delusione. Chissà quali aspettative nutre per noi, per il nostro bene. Evidentemente possiamo solo fare delle ipotesi, possiamo solo tentare di farci un esame di coscienza confrontandoci con il Vangelo del suo Figlio, confrontandoci con il suo amore più grande che nutre comunque per noi.

Ad esempio, credo che una comunità cristiana, quand’anche riuscisse a distinguersi per intraprendenza e vitalità pastorale, debba comunque fare i conti con la tentazione di sfuggire al Signore, se non addirittura di strumentalizzare una nostra presunta familiarità con Lui asservendola a modi di vedere e di agire che però appartengono solo a noi. Non possiamo dimenticare che gli apostoli, a cominciare da Pietro, spesso non hanno capito, a volte forse non hanno voluto capire il loro Maestro perché, pur stando con Lui, avevano maturato delle loro aspettative. Pietro si era fatto convinzioni tali da arrivare a rimproverare Gesù quando questi cominciò a parlare di passione e di croce. Cadde cioè nella presunzione di voler insegnare lui al Maestro che cosa sarebbe o non sarebbe dovuto accadere. Anche oggi potremmo cadere nella presunzione di essere noi quelli che sanno e di saperla meglio di tanti che ci hanno preceduto, rischiando di pensare di avere finalmente noi la chiave della invecchiata rivelazione di Dio, che dunque richiede una rilettura adeguata ai tempi. E’ il rischio, pur in nome del servizio che vogliamo prestargli, di metterci Dio alle spalle e non di rimanere noi a seguire Lui, consapevoli della sua grandezza e della sua continua precedenza e prevenienza nell’amore verso di noi.

L’amore del Signore: l’amore più grande di chi ha dato la vita per noi, suoi amici (vedi Giovanni 15,13). Il secondo libro di Benedetto XVI su Gesù di Nazareth, cioè su ciò che ha fatto dal suo ingresso a Gerusalemme fino alla passione, morte e risurrezione, è il filo conduttore delle catechesi svolte in comunità al giovedì sera per gli adulti, che ci sta aiutando a scoprire sempre di più la grandezza e la profondità dell’amore di Dio.

Sempre alla ricerca di questo amore e di come rispondervi auguro a tutti di trovare il tempo per i pellegrinaggi di unità pastorale che faremo a maggio per l’ostensione della Sindone. Essa ci “sbatte in faccia” l’umanità sofferente di Gesù, che non si è risparmiato per andare fino in fondo nel compiere la volontà del Padre: salvarci dal male, dal peccato e dalla morte. Quest’amore di Dio eppure così umano vuole convertire la nostra umanità, affinché diventi anch’essa capace di amare come Lui ci ama.

E’ l’augurio che ci facciamo.

Buon Natale, allora, buon anno, a tutti!

don Paolo

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