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Parrocchia, una casa amica: gli auguri del Vescovo per Natale

Lettera Natale vescovo 2013Cari amici,

con grande gioia anche in questo Natale 2013 busso alla vostra porta per un breve incontro di augurio amicale e fraterno……..

L’episodio del Vangelo di Marta e Maria: una scena del tutto normale, ogni volta che arriva un parente o un amico, magari inaspettato. Si pensa alle cose concrete da preparargli, con il rischio di lasciare da parte proprio… l’ospite! .

Il richiamo di Cristo ci interroga: nelle nostre famiglie, come nelle parrocchie e in ogni realtà umana e sociale, che cosa è più importante e merita cura e attenzione? L’efficienza del servizio o le persone che vanno accolte, ascoltate e valorizzate?

Maria ha scelto di accogliere Gesù, riconoscendo che ha qualcosa da offrire alla sua vita. Non è venuto, infatti, per ricevere, ma per donare; non per essere servito, ma per servire la nostra sete di verità e di amore. Riscoprire e riconoscere la ricchezza dell’altro, diverso da noi, anche se ci vive in casa o ci è vicino nell’ambiente di lavoro o sulla strada, significa porre le premesse per accoglierlo superando indifferenza ed estraneità, aprendosi a un dono d’amore sorprendente e inatteso……………..

Le persone entrano nella nostra vita troppo spesso come comparse veloci, impedendoci di accogliere il tesoro più grande che ci offrono: sé stesse……………………

Maria ha scelto la parte migliore, dice Gesù a Marta. La parte migliore è dunque l’ascolto del Signore che diventa accoglienza degli altri. Non è sempre facile fare posto a Dio nella propria casa. I tanti impegni riducono gli spazi del silenzio, aumentano gli affanni e il chiasso e ci stordiscono. E anche se stiamo assieme, siamo in realtà lontani e un po’ estranei l’uno dall’altro.

Occorre ricuperare spazi per la preghiera e la comunicazione con Dio, se vogliamo tessere rapporti più umani e sinceri anche tra di noi. Ma quando pregare, come pregare, cosa dire quando si prega in famiglia? Domande spesso inevase, tanti sono i problemi e le fatiche di cui ogni famiglia è chiamata a farsi carico. Dio sembra scomparso dall’orizzonte umano e quotidiano delle nostre case…………….

Egli desidera essere accolto in ogni casa, per rinascere. Ha il volto di un figlio inatteso, di un immigrato che cerca alloggio, di un anziano affetto da una malattia terminale o degenerativa, di qualcuno che attende un segno di perdono o un gesto di amicizia. Oggi come allora troppe case restano chiuse: non c’è posto per l’autore della vita, ritenuto un peso troppo grande, un disturbo che porta fatica e non gioia…………………

Casa di Dio e dei suoi figli, la Chiesa non può essere di conseguenza che casa di tutti, qualunque sia la loro situazione.

Penso in particolare a chi soffre nella propria casa situazioni di divisione, incomprensioni gravi nel rapporto di coppia o con figli o i propri genitori anziani; ci sono anche tanti che debbono affrontare in famiglia problemi di disabilità o malattie anche gravi di congiunti o vivono solitudini profonde senza legami affettivi e amicizie sincere. Penso anche a quanti vivono in coppia senza vincoli stabili e riconosciuti, o chi condivide un nuovo vincolo dopo una esperienza coniugale fallimentare. Molti sono anche ormai coloro che soffrono la mancanza di un lavoro o l’impossibilità di pagare l’affitto di casa.

Molti sono anche gli immigrati e i rifugiati che sono privi di una famiglia, perché l’hanno lasciata nel loro Paese. C’è infine chi vive sulla strada, senza una casa o anche solo un posto per dormire. Eppure c’è una casa per tutti e che dovrebbe essere un punto di riferimento costante per ogni situazione di disagio morale o materiale: la parrocchia. Essa è la Chiesa che vive tra le nostre case: tutti devono potervi trovare la famiglia che li accoglie e permette loro di fare, con gli altri fratelli e sorelle della comunità, un’esperienza di amore forte e sincero.

Ma l’Eucaristia fa della parrocchia una casa amica per tutti quando si apre all’accoglienza di coloro che si sentono esclusi……..

Basta poco a volte per rendere felice una persona. Un sorriso, un gesto di simpatia, uno sguardo amico, una mano tesa nel momento del bisogno, un saluto meno formale e più sincero. Natale è anche uscire da un mondo tutto e solo nostro, ristretto nella cerchia di poche persone, che ci lascia poi soli con noi stessi……………..

Buon Natale, cari amici.

Auguro a ciascuno di vivere questa Festa con profonda gioia interiore e fraternità. A voi, che abitate questa casa che mi ha ospitato, auguro pace e gioia e tanta tanta speranza nel futuro.

Grazie. Il Signore rimanga sempre con voi.

Cesare vescovo, padre e amico

puoi scaricare il testo integrale della lettera del Vescovo per il Natale 2013 dal sito della diocesi

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