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Famiglia, cuore del Natale

famigliaSono le famiglie, tutte le famiglie, le destinatarie della «lettera di Natale» dell’Arcivescovo. 

Una lettera che fin dal titolo «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio», centra l’attenzione sul complesso rapporto tra genitori e figli e sull’impegno educativo che caratterizza la vita di ogni famiglia.

Il primo tema affrontato è quello del «dono» «vi sono testimone con tutta la comunità cristiana – scrive mons. Nosiglia – che il Natale è una buona notizia per ogni famiglia, nessuna esclusa: per chi è stato allietato dal dono di figli; per le coppie che, pur avendoli desiderati, non ne hanno avuti; per quelle famiglie che si sono aperte all’accoglienza di un ‘figlio’ in affidamento o in adozione».

Ogni figlio, in ogni situazione è quindi un dono «non qualcosa che dipende da noi, ma qualcosa che ci raggiunge immeritatamente, nel segno della gratuità». Un dono, continua l’Arcivescovo, che impegna ad una responsabilità grande. «Solo una società a misura di bambini – si legge – è davvero a misura di tutti. Ma la tutela sul figlio non può limitarsi a garantirgli ciò che materialmente lo farà crescere. Il suo potenziale di intelligenza, di affettività, di spiritualità, richiede altrettanta e forse più responsabilità da parte di noi adulti. Che sarà mai questo bambino, se lo si priverà del cibo dell’anima? Parlargli del Signore Gesù, raccontargli le storie bibliche, insegnargli a pregare… Non si tratta di cose del passato, riservate ai nonni (benedetti e preziosi); sono esperienze che, attraverso i figli, i genitori possono imparare a vivere e a gustare per la loro fede di adulti».

Proseguendo la riflessione mons. Nosiglia non dimentica le fatiche e le difficoltà che spesso segnano la vita familiare e il rapporto tra genitori e figli ed indica come elemento essenziale per affrontarle la fiducia in Dio «Fare il genitore – il mestiere più difficile che ci sia – comporta tante notti sottratte al sonno, quando i figli sono piccoli per un motivo e quando sono grandi per un altro. Il dono della fede non risparmia queste apprensioni, che possono trasformarsi in vere e proprie angosce, ma le vive consegnandole a Chi tiene tutti nel palmo delle sue mani».

Il dono della fede è quindi centrale nella vita della famiglia ed è compito proprio dei genitori quello di trasmetterla ai figli «Educare nella fede – scrive mons. Nosiglia – significa accompagnare i figli a scoprire la viva presenza di Gesù, testimoniare nella propria casa la sua Parola. Ogni papà e mamma sono in grado di farlo, perché il Signore dà ad essi la grazia e suggerisce le parole adatte per svolgere questo servizio.

Nessuno può supplire a questa responsabilità, fondata su un dono particolare, né i genitori possono delegarla. Quello che in casa si trasmette non è infatti premessa o supplenza di ciò che altri potranno fare meglio in seguito. L’autorevolezza dell’annuncio di fede che un genitore convinto del suo compito manifesta nel parlare di Gesù ai figli porta un frutto che va oltre l’età evolutiva e rimane anche nei figli adulti».

Se la responsabilità è prima di tutto della famiglia è vero che la comunità cristiana non rimane indifferente «la famiglia non può e non deve sentirsi sola nell’educare – si legge nella lettera – le famiglie tra loro sono chiamate a stringere alleanze educative, uscendo dall’isolamento che le confina nella propria casa e rende a volte insopportabili i pesi da portare e i problemi sempre più grandi da affrontare.

La comunità cristiana, famiglia di famiglie, non vuole sostituirsi a voi cari genitori, né chiamarvi in causa in modo strumentale, quando si tratta dei sacramenti dei figli. Vi si affianca come compagna di strada, testimone della presenza di Gesù Cristo nel vostro cammino, pronta non a colpevolizzarvi ma ad annunciarvi speranza».

Il tema della speranza accompagna la parte finale della lettera in cui l’arcivescovo si rivolge direttamente a quanti fanno più fatica offrendo a ciascuno speranza ed incoraggiamento.

In appendice alla lettera ci sono alcune preghiere e formule di benedizione che si possono utilizzare in famiglia ed in particolare la preghiera davanti al presepe e la benedizione dei figli nel giorno del loro compleanno.

 (Sintesi tratta da «La Voce del Popolo» del 16 dicembre 2012)

Per leggere il testo completo della Lettera CLICCA QUI (sito Diocesi di Torino)

 

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