Consigli e indicazioni per i lettori liturgici
(da Ars Celebrandi, Centro per la pastorale liturgica francese, ed. Qiqajon, Bose, 2008)
“Cristo è presente nella sua parola, poichè è lui che parla quando nella Chiesa si leggono le sante Scritture” (Sacrostanctum Concilium, 7)
E’ una magnifica responsabilità essere lettori. Una responsabilità esigente: si tratta, né più né meno, di prestare la propria voce al Signore.
Una buona lettura comincia già prima della lettura vera e propria. Non ci può essere buona lettura se non è preparata.
La parola pubblica, soprattutto in liturgia, è un’arte le cui regole non sono innate. La buona dizione risulta da una padronanza della velocità di elocuzione, del ritmo, delle pause e delle scansioni, dell’articolazione, della respirazione, del tono e dell’uso del microfono.
Per ben prepararsi, un lettore deve dunque sapere sufficientemente in anticipo quando e quale lettura dovrà fare: avrà così il tempo di approfondirne il senso meditandola da solo o in gruppo. Ciò gli permetterà di interiorizzarla spiritualmente prima di esteriorizzarla proclamandola.
Il modo in cui un lettore lascia il suo posto per recarsi all’ambone fa già parte dell’atto di lettura. Il suo portamento sia sobrio e corretto. Si sposti con calma, senza partire prima dell’Amen dell’orazione o prima della fine dell’ultimo ritornello del salmo. Si piazzi saldamente all’ambone, magari posandovi le mani. Respiri lentamente prima di aprire bocca. Guardi l’assemblea prima di cominciare, per stabilire una comunicazione con essa. E poichè legge la parola di Dio e non la propria, durante la lettura mantenga la comunicazione con il libro senza alzare gli occhi sull’assemblea.
Una ventina di centimetri dal microfono è la distanza più usata dal presidente, dal lettore e dai solisti… Va insegnato al lettore che deve regolare il microfono all’altezza giusta prima di iniziare la lettura.
Consulta la pagina Gruppo liturgico per le altre indicazioni su lettori, ministri straordinari della comunione, animatori liturgici, corale
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