Di seguito una testimonianza che sembra adempiere perfettamente a quanto “cantato” nell’inno alla carità da San Paolo nella prima lettera ai Corinzi al capitolo 13 e poi nella lettera agli Efesini 5,25: “Mariti, amate le vostre mogli come il Cristo ha amato la Chiesa”
da un protestante, Helmuth von Moltke, vittima della persecuzione di Hitler, impiccato a 38 anni nel carcere di Berlino. I giorni precedenti la sua esecuzione, scrive tre lettere alla moglie, nelle quali rivela i pensieri più intimi della sua grande anima profondamente credente e nutrita della Bibbia.
“E ora voglio parlare di te. Ancora non ti ho nominata, perchè tu non occupi in me un posto del tutto diverso dagli altri. Tu non sei uno strumento di Dio per fare di me quel che io sono. Tu invece sei me stesso. Tu per me sei il capitolo 13 della prima epistola ai Corinzi, capitolo senza il quale un uomo non è un uomo. Senza di te, io avrei ricevuto l’amore, come l’ho accettato da mamma, con gioia e con riconoscenza, come si è riconoscenti al sole perchè ci scalda. Ma senza di te io non avrei conosciuto l’amore… Tu sei questa parte di me stesso che può mancare soltanto a me. Io e te insieme formiamo un essere umano. E’ vero, esattamente vero. Noi siamo… un’idea del Creatore. Perciò io sono egualmente sicuro che su questa terra non mi perderai neppure per un minuto. E questa realtà ci è permesso simboleggiarla ancora una volta mediante la nostra comune partecipazione alla Santa Cena, che per me è l’ultima comunione…”
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