Al principio della mia esistenza sta un’iniziativa, un Qualcuno, che ha dato me a me stesso.
In tal modo tuttavia è posto anche un compito. E assai grande; si può forse dire: quello che sta alla base di tutti i compiti singoli. Ho il dovere di voler essere quello che sono; davvero voler essere io, e io soltanto. Devo collocare me nel mio me stesso, quale esso è, e assumermi il compito che in tal modo m’è assegnato nel mondo. E’ la forma fondamentale di tutto ciò che si chiama “vocazione”; perchè a partire da ciò mi rivolgo alle cose, e dentro ciò le accolgo.
R. Guardini, Accettare se stessi
Dio ci lascia liberi di essere ciò che preferiamo. La nostra vocazione non è semplicemente di essere, ma di collaborare con Dio a creare la nostra stessa vita, la nostra identità, il nostro destino. Siamo esseri liberi e figli di Dio. Questo significa che non dobbiamo esistere passivamente, ma scegliendo la verità, dobbiamo partecipare attivamente alla sua libertà creativa per la nostra vita e per la vita degli altri. Anzi, per essere più precisi, siamo anche chiamati a lavorare con Dio nel creare la verità della nostra identità.
Il segreto della mia piena identità è nascosto in Dio. Lui solo può farmi quale sono, o piutosto, quale sarò, quando comincerò finalmente ad essere pienamente. Ma se io non desidero raggiungere questa mia identità, se non mi metto all’opera per trovarla insieme a lui e in lui, questa opera non verrà mai compiuta.
T. Merton, Semi di contemplazione
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