“Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti…” (cfr At 2,-1-13)
Uno dei grandi segni della presenza dello Spirito è quando le persone si parlano, si capiscono, comunicano, entrano in relazione e costruiscono dei legami di comunione. Dove c’è separazione, distanza, incomunicabilità, dove ci sono muri che dividono, che bloccano, che impediscono di guardarsi negli occhi, lì è segno che allo Spirito Santo non viene concesso di operare.
Perchè lo Spirito unisce, crea comunione. All’interno della Trinità lo Spirito è l’indistruttibile legame d’amore tra il Padre e il Figlio.
Lo Spirito agisce per unirci a Gesù, per unirci al Padre, ma agisce anche per unirci tra di noi, per unire tutti gli uomini tra di loro (e anche con tutti coloro che, essendo morti, sono già entrati nella vita).
E’ per questo che acquisire lo Spirito Santo è così decisivo: è lui la fonte della comunione e dunque della gioia.
Lo Spirito Santo è di una semplicità estrema. Egli risponde subito al tuo appello, per poco che tu lo invochi con cuore sincero, pieno di fede e di semplicità. E’ sufficiente che lo inviti semplicemente a venire – come farebbe un bambino semplice e innocente – perchè egli ascolti e risponda. (Matta El Meskin, Consigli per la preghiera)
da Ferruccio Ceragioli, Anche i cagnolini
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